Posts contrassegnato dai tag ‘recensione film’

Focus é un film inconcludente, banale. Il problema sta a monte, ovvero la locandina, anzi direi proprio il titolo, che recita: “Focus – Niente é come sembra” io direi proprio #locandinanospoiler, perché vi farà trascorrere tutta la durata del film a farvi pippe mentali su quella frase ed alla fine nulla vi sorprenderà più.

Il film é un’ accozzaglia di cose già viste, e straviste, con situazioni e richiami ad altri film, e l’intera trama viene forzata con scene inutili giusto perché “solo chi l’ha scritto sa a cosa serve quella scena”, ma in realtà molte di esse alla fine, proprio grazie al finale, si riveleranno essere inutili.

 Il finale é prevedibile, già visto, per nulla sorprendente, mentre chi l’ha scritto fa di tutto per farvi dire “Wow, non me l’aspettavo proprio!”: menzogne!

Puoi avere tutto il budget che vuoi, tutte le inquadrature e le ambientazioni fighe con tanto di americanate, ma se non c’é un solido castello al di sotto, il film affonda, anzi sprofonda. Non che sia male male, ma é deludente, ci si aspetta un action, una cosa alla Ocean’s eleven, una qualsiasi cosa, ma alla fine il film risulta essere una commedia romantica, si perché la vena ironica é una delle poche cose apprezzabili della pellicola, insieme all’affascinante Margot Robbie e al sempre bravo Will Smith.

 Il film ha quasi lo stesso difetto di “The Amazing Spider-man 2” voi vi aspettate un film di Supereroi, ma vi ritrovate una tragicommedia romantica.

Alla fine stanco e deluso, ho cercato il colpevole anzi i colpevoli, e grazie a madre Wikipedia,  mi trovo davanti due nomi “Glen Ficarra e John Requa”, prima domanda che mi passa per la testa: “Ma chi so ‘sti poveracci non solo registi ma anche sceneggiatori?”

E poi capisco … il mondo mi si apre, gli occhi mi si aprono, poiché leggo che i due sono i registi di “Colpo di fulmine- il mago della truffa” e “Crazy, Stupid, Love” nonché sceneggiatori di “Come cani e gatti” e “Babbo bastardo”, ora capisco tutto, e capisco anche che Wikipedia classifica il film nel genere “Commedia”, potevano dirmelo prima, invece che ingannarmi con un trailer che me lo spaccia per un super fichissimo Spy-Action-Abbiamounbudgetenorme Movie, ma chi glieli ha dati i soldi a questi due?

 Con un budget alto… Bah… che investimento per due nomi non propriamente del genere, ma guarda un po’ poi cosa vado a leggere… che persone come Brad Pitt, Ben Affleck, Emma Stone, Michelle Williams e come loro tanti altri (precedentemente scelti per il ruolo di protagonisti) “non si sono interessati al progetto” chissà perché …

Eccomi qua che aggiungo questo pezzetto due ore dopo circa dalla pubblicazione, poiché sono appena andato a rivedere il trailer, ed il concetto “Niente è come sembra” a mio parere si addice perfettamente al trailer più che al film, eccovi perché:                                                                                                                                                              

1- Inseriscono la scena in cui Margot Robbie chiede:<< Quando si fa il grande colpo?>> e lui risponde <<Quello con cui facciamo tanti soldi per poi ritirarci?>> e segue la scena in cui si vede lui di spalle che cammina verso la mega vetrata dello stadio da cui si puo’ vedere la partita. Come mai manca la battuta seguente, che mi ha sorpreso al cinema, grazie ad una buona memoria, in cui lui continua e dice: <<No, noi non lo facciamo, preferiamo la quantità, è più sicuro>>. Coincidenze?                                                                                                      

2- Il trailer è montato in modo tale da dare l’idea di un action-spy movie o come lo volete chiamare, lo spacciano per qualcosa che in realtà non è, e lo fa capire anche il punto uno.                                                                           Non mi sorprende più nulla.

Lo consiglio? No, non ne vale la pena. La prima metà del film è la più interessante, intrigante; fino alla fatidica frase “3 anni dopo” la pellicola prende il volo, ma poi precipita con uno schianto assordante. Non ne vale la pena, poiché non è nulla di nuovo, nulla di sorprendete, meglio scegliere un altro film, a tratti il tutto è anche un po’ confusionario, poiché non si riesce a comprendere a che derive il film vuole arrivare, essendo comunque assente la figura di una qualsiasi nemesi del protagonista.

Per continuare a seguirci: se siete utenti WordPress seguiteci! o su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Cinema-e-recensioni-Cornfilmpop/1591753787732895 o se no su Twitter: https://twitter.com/CornFilmPop Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime recensioni!

Rateo: 

Non posso non scrivere la recensione di un film che ho visto in sala per ben due volte… dunque proseguiamo …

“Ogni maledetto Natale” è un film scritto e diretto dallo stesso trio che sta dietro alla serie “Boris” ed all’omonimo film. Nella trama vediamo Massimo e Giulia, due innamorati, che decidono di trascorrere il Natale insieme, la Vigilia con la famiglia di Giulia e il giorno seguente con la famiglia del primo.

Già da ciò si nota l’unica piccola sbavatura della trama particolarmente evidente, poiché è un po’ inusuale la situazione, visto che il film è appena cominciato da cinque minuti, e le poche scene ci danno l’idea che i due si conoscano da troppo poco tempo.

Prima caratteristica del film che salta subito all’occhio, che io ritengo piuttosto originale, è l’economica trovata di dividere la pellicola in due parti, in ciascuna delle quali gli attori cambiano ruoli.

Parliamo del cast … mi è piaciuta la scelta di un volto nuovo nel mondo cinematografico per il ruolo di Massimo, ovvero la scelta di Alessandro Cattelan, che nonostante al suo primo film se la cava sufficientemente bene, un po’ impacciato nella recitazione, ma non eccessivamente. Brava Alessandra Mastronardi, così come il resto del cast, forse tra i migliori attori italiani in circolazione, ma cosa dovevamo aspettarci dal cast di “Boris” se non un prodotto di qualità? Stendo un elogio per i due fratelli Guzzanti, letteralmente fenomenali in entrambe le parti del film, e così si confermano tra i miei comici preferiti in assoluto. L’interpretazione di Corrado Guzzanti del filippino Benji vale l’intero, se non il doppio del prezzo del biglietto, poiché almeno io ho pianto per le risate.

Bella la scenografia, la fotografia, tutto molto bello.

Complessivamente il film è molto, molto, divertente. Ovviamente va ammesso che la prima parte è leggermente troppo stereotipata, surreale e macchiettista, però ti lascia un bel sorriso da ebete sulla faccia per tutto il tempo; invece nella seconda parte il film decolla, si ride, proprio poiché i personaggi sono divertenti, le situazioni, i dialoghi … tutto.

Mi ha fatto molto ridere anche la trovata dei Babbi Natale, e questo tono un po’ dark che il Natale assume nella prima parte del film, ma che poi si perde per il resto della pellicola.

Un film divertente, magari la prima parte puo’ annoiare, ma è soggettivo.

Lo consiglio? Assolutamente Sì.

Per continuare a seguirci: se siete utenti WordPress seguiteci! o su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Cinema-e-recensioni-Cornfilmpop/1591753787732895 o se no su Twitter: https://twitter.com/CornFilmPop Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime recensioni!

Rateo:

Ogni domenica vado a cinema con degli amici, il problema è che ciascuno vuole vedere un film diverso, quindi c’è solitamente qualcuno che riesce a convincere tutti gli altri a guardare la sua preferenza. La settimana precedente, a quella in cui fui io a convincere gli altri, il nostro amico ci spinse a vedere “Una notte al museo 3” e vista la mia recensione vi lascio immaginare come fu malmenato all’uscita del cinema (se non l’avete ancora letta, correte a farlo). Ebbene la settimana seguente fui io a convincere gli altri, a prendermi questa responsabilità, e così li convinsi a vedere “Italiano Medio”, loro erano particolarmente restii, ma io insistevo con frasi del tipo “No dobbiamo andare assolutamente, Maccio è un genio, non delude” oppure “Moriremo per le risate, mica come con una Notte al museo 3”. Entriamo nella sala, ci sediamo, silenzio imbarazzante per tutta la durata del film, tranne per qualche brevissima scena. All’uscita volevo sprofondare, vi lascio immaginare…

Dovevo necessariamente raccontare questo aneddoto, poiché corrisponde al vero e per fare comprendere quanto io ci tenessi, quanto io ci credessi, sì perché per tutta la durata del film non ho mai smesso di sperare che ci strappasse grasse risate, cioè stiamo parlando di Maccio Capatonda, mica di Paolo Ruffini…

La trama ve la risparmio, penso che a questo punto non ce ne sia bisogno, in sintesi c’è un uomo formalmente impegnato per il sociale, ma che nella pratica non riesce a combinare nulla di positivo e concreto per chi gli sta intorno. Un suo vecchio amico delle elementari gli offre una pillola che porta l’intelligenza al 2%, e non potrà più farne a meno.

Sarò blasfemo? Molti tweet sul noto social me lo fanno pensare, prima di andarlo a vedere leggevo commenti come “Maccio sei un genio” o “Non riuscivo a smettere di ridere, un capolavoro” e dunque mi gasavo ancora di più. Avevo aspettative alte, ma non altissime, pretendevo solo di ridere.

La pecca principale di questo film è che non regge tutta la baracca, qualcuno, ho letto, dice: “L’idea andava bene per un video di 3 minuti, ma non per un film”, ebbene io non credo, io credo che si potesse fare, anzi ottenere un buon prodotto partendo proprio dal trailer di “Italiano Medio” e non quello che invece tutti noi abbiamo visto.

I moralisti potranno dirmi “Sei un italiano medio, non hai colto le metafore, le allusioni”, no, non è vero io le ho colte, ma sono talmente banali, e scontate che avrei preferito un film senza queste, poiché io non ho mai riso, e lo trovo imbarazzante visto che sono andato a vedere un film di Maccio Capatonda, che seguo ormai da tempo.

Il cast c’era, era al completo, ok, lo so, di Ivo Avido, ne avremmo potuto fare anche a meno, ma a compensare c’era Anna Pannocchia in forma smagliante, così come Herbert Ballerina, colonna portante del film, che grazie alla sua recitazione permette alla pellicola di non sprofondare nel peggiore dei liquami.

Una delle cose che ho detestato di più sono le scene surreali, esagerate, troppo esagerate, che non fanno ridere. Italiano Medio è un film in cui il fatto che un uomo abbia tosato un parco in modo tale che dall’alto si legga “SCOPARE!”  dovrebbe far ridere, o che il protagonista si schianti con la suddetta macchina, o che un uomo sniffa cocaina dal naso tramite una banconota da 500 e la rigetta sul tavolo dalle proprie narici formando un cuore… bah…

Diciamoci la verità, il film non regge ed è forzato, forzato all’ennesima potenza, tuttavia cerchiamo di cogliere qualche aspetto positivo:

-Herbert Ballerina e la presenza nel film della mossa dell’”Usciere” , e già ciò vale il prezzo del biglietto.

-Anna Pannocchia in forma smagliante.

-I titoli di testa, che coprono i primi 2 minuti, unico momento esilarante del film.

-Il primo piano in cui vediamo apparire Maccio, Anna Pannocchia, e tutta la compagnia di sgangherati che lottano contro la società moderna.

Non mi viene nient’altro a mente, e fatemelo dire la trovata dei terroristi non faceva ridere, troppo stereotipato, troppe macchiette, un finale prevedibile, e diamine fai vestire e recitare Herbert come un Trans (il che già fa ridere di per sé), ma fai in modo di sfruttarlo al meglio quel momento comico…

Ovvio che io sia rimasto un po’ amareggiato, poiché non me l’aspettavo, forse chi rideva a queste situazioni paradossali ed esagerate è il vero italiano medio… non lo so… dopo aver scritto e pubblicato questa recensione, mi leggerò cosa hanno scritto i miei colleghi di nicchia su WordPress, e mi aspetto dei loro pareri, o se no qua sembra sempre di scrivere per un muro.

Questa recensione uscirà contemporaneamente, o almeno per il momento è questa l’intenzione, al film del 2002 “May”, per motivi di “marketing” mi sarei dovuto vendere a “50 sfumature di grigio” o a qualche film in sala, ma ho preferito non farlo, magari nei prossimi giorni.

Per continuare a seguirci: se siete utenti WordPress seguiteci! o su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Cinema-e-recensioni-Cornfilmpop/1591753787732895 o se no su Twitter: https://twitter.com/CornFilmPop Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime recensioni!

Rateo: 

May è un film del 2002 di Lucky McKee, si tratta di un film posto nella categoria dell’”Horror”, ma che spazia da un genere all’altro, discostandosi dagli Horror a cui siamo abituati.

Ho visto questo film grazie al consiglio del blog “La settima arte” di fabiobuccolini85, in particolare grazie al suo articolo sul film di cui vi posto il link https://fabiobuccolini85.wordpress.com/2015/03/05/i-film-dimenticati-may-il-capolavoro-di-lucky-mckee/ .

Ammetto che non conoscevo Lucky McKee, il trailer del film mi ispirava sicuramente di più della locandina, un po’ trash, e in principio mi ha meravigliato la presenza nel cast di Anna Faris.

May è una ragazza sola, cresciuta sempre come un’emarginata dalla società, senza cari né amici, ed è solo il furor amoroso che innesca in lei una serie di reazioni, tali da portarla ad una radicale trasformazione.

Ammetto che più che del 2002, fin dal principio mi è sembrato un film molto retrò, più anni ’90, ad esempio “Mamma ho preso il morbillo” uscito nel ’98, sembra dieci anni avanti a questo film, ma forse tale risultato è dovuto dall’essere un film complessivamente cheap, ma questo non è un aspetto importante.

Piccola nota di demerito per il montaggio ad inizio film, ma con il proseguire della pellicola la situazione si risolleva.

May è un piccolo gioiello sconosciuto ai più, un gioiello che ti smuove l’animo, che ti turba, e che lo fa mettendo in evidenza i disagi sociali di una ragazza che fin da piccola è definita da tutti “strana”. E’ un film inquietante, a renderlo tale non sono solo le scene in sé, ma anche i dialoghi, basti pensare a frasi come “Vuoi portarla (la mano) via con te?” recitata dal protagonista maschile a cui segue un inquietante sguardo molto “mlmlml” con cui la bravissima Angela Bettis (May) lo fissa.

Nei primi cinquanta minuti di film conosciamo questa ragazza impacciata, stramba, innocente, ma nell’ultima mezz’ora della pellicola il furor amoroso la trasformerà da timida a folle sanguinaria, figlia di un triangolo tra Hannibal Lecter, Norman Bates e il Dott. Frankestein. Ed è così che, come l’angelo della morte, se ne va girando tra le case di coloro che l’hanno ferita, “arrabbatando” i “pezzi” migliori di loro, un concetto che mi ricorda molto come Evan Peters viene riportato in vita dalle streghe di “American Horror Story: Coven”.

L’introspezione psicologica è una delle colonne portanti del film, così come lo straniamento e l’elemento perturbante. C’è una scena che porterò nei miei incubi peggiori per tutta la vita, che mi ha marcato, dico solo una parola, per non rovinarla a chi lo deve ancora vedere, e la parola è: “vetro”.

All’atmosfera Horror poco comune si unisce anche una sottile vena ironica, costante nel film. Tuttavia è interessante il personaggio di Anna Faris, poiché incredibilmente anche alla fine della visione della pellicola non ho ancora capito che ruolo ricoprisse,  a parte leccarsi le dita, accarezzare sensualmente i gatti, e ballare sul tavolo di un centro veterinario.

May apre due volte gli occhi due volte durante il film, così come lo spettatore davanti a qualche forzatura e scene un po’ strambe che partecipano nel rendere “May” un prodotto unico ed interessante, di cui consiglio la visione.

Per continuare a seguirci: se siete utenti WordPress seguiteci! o su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Cinema-e-recensioni-Cornfilmpop/1591753787732895 o se no su Twitter: https://twitter.com/CornFilmPop Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime recensioni!

Rateo:

Una notte al museo 3 è un film utile come una forchetta con il brodo, e l’unico intento è quello speculativo, raggiunto nel peggior modo possibile: con un film imbarazzante.

La solita ammucchiata del museo con l’aggiunta di un nuovo elemento deve occuparsi dell’usura della tavola di Akhmenrah, e per fare ciò dovranno recarsi dal faraone al British di Londra per sapere come metterla in salvo. Wow.

Regista della pellicola è Shawn Levy, già alla direzione degli altri due precedenti capitoli della “saga”.

Spero vivamente che tra qualche anno non ci ritroveremo un quarto film, visto che spinte dagli incassi le case di produzione riescono a dare vita ad obbrobri del genere. Sì perché il film è una forzatura, non era necessario, ci sono molti buchi nella trama e la pellicola è carente di fantasia. Ok volete fare un terzo film, speculare sul successo di un buon film che era il primo, ma metteteci creatività, poiché il risultato è carente …

 Non c’è un vero antagonista e perciò il tutto già parte con un’impostazione svantaggiata, l’usura della tavola li porta a Londra, ma alla fine è tutto inutile, poiché lasciano volontariamente la tavola al British, ma soprattutto con tante possibili soluzioni da parte degli autori per salvare la tavola, quale soluzione scelgono? Esporla alla luna. Diamine! Fantasia portami via … Mi sembra solo una trovata per concludere il film il prima possibile. Quindi mi state dicendo che Ben Stiller alias il custode si fa tante ore di volo dall’America, rischia di andare in galera intrufolandosi di notte in uno dei musei più importanti al mondo (eh lasciamo stare come ci riesce … ovvero con facilità, poiché la banalità non deve mai mancare), solo per sapere che la tavola va esposta alla luna? Va beh, trama docet …

E’ un film imbarazzante, poiché è forzato, basta con la scimmietta che fa la pipì! E’ una gag che va bene per un film, ce la sorbiamo anche nel secondo, ma addirittura nel terzo… Basta! Questo significa non avere idee, ed il film ne è un chiaro manifesto. Vogliamo parlare dell’intrufolarsi al British? Stendiamo un velo pietoso.

Nel frattempo qualcuno potrebbe pensare che c’è un tema di fondo, una morale, beh c’è ed è l’originalissimo tema del rapporto “padre-figlio”, trattato con una superficialità e banalità tale da renderlo patetico.

Unici aspetti positivi sono

1- La presenza di Robin Williams per l’ultima volta sullo schermo.                                                                                                                  

2- La performance di Rebel Wilson.                                                                                                                                                                 

 3- Il cameo di Hugh Jackman in cui imita Wolverine.                                                                                                                                         

 4- Il ritorno per una sola scena dei tre vecchietti bastardi del primo film.

Un po’ poco direi per un film di due ore…

E non venitemi a dire “Beh, ma non hai più l’età per certi film”, no perché ci sono film e film rivolti ad un target giovane e tra l’altro precisiamo che è rivolto ad un target adolescenziale, vista la tematica e l’età del figlio del protagonista, e nonostante ciò l’ho trovato poco appetibile per uno spettatore dai 10 anni in su!

Sequenze, dunque, noiose e sbrigative, volte solo a staccare biglietti, l’unico elemento che non fa precipitare la nave è il budget, che permette ottima computer grafica e quant’altro, dunque regge un po’ la baracca.

Non posso consigliare di andarlo a vedere, sarebbe un controsenso, forse nemmeno è a cinema al momento, ma comunque … mi pare abbia incassato diversi milioni. Prossimamente dovrei recensire “Italiano medio”, “Ogni maledetto Natale” e per farmi due risate, poiché la mia bacheca da lettore di WordPress è stracolma di recensioni sull’argomento, vedrò e recensirò “50 sfumature di grigio”, alto capolavoro della cinematografia moderna.

Per continuare a seguirci: se siete utenti WordPress seguiteci! o su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Cinema-e-recensioni-Cornfilmpop/1591753787732895 o se no su Twitter: https://twitter.com/CornFilmPop Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime recensioni!

Rateo:

Eccomi! Dopo un lungo periodo d’assenza sul blog, sono tornato e per inaugurare questo che considero un nuovo sperato inizio, recensirò il film “Noi e la Giulia” tratto dal libro “Giulia 1300 e altri miracoli” di Fabio Bartolomei ed attualmente nelle sale italiane.

Alla sua quarta regia abbiamo Edoardo Leo, affiancato poi nella pellicola da Stefano Fresi, entrambi protagonisti nel capolavoro di Sydney Sibilia “Smetto quando voglio”. Nel cast sono presenti anche Claudio Amendola, Luca Argentero, Anna Foglietta e Carlo Buccirosso.

Quattro italiani ricorrono al piano B per sfuggire alla quotidianità e ad una vita infelice, inutilmente la malavita tenterà di ostacolarli.

Si tratta sicuramente di un bel film, umoristico, che fa sicuramente riflettere. I momenti comici nella pellicola sono ben distribuiti, non costanti, ma sicuramente presenti in giusta misura, questo avviene poiché il film ha da trasmettere dei messaggi ben precisi, e per tale motivo non si perde in ripetute battute “di pancia”. Ammetto che vista la presenza alla regia di Edoardo Leo, e di Stefano Fresi mi aspettavo l’esatto contrario, ovvero qualcosa di esilarante, non che sia negativo, poiché effettivamente il film che ne esce fuori è un piccolo gioiello della cinematografia italiana.

Ottima la scenografia, la fotografia e la regia, nulla da dire. Il film si avvale della realizzazione sul web di immagini in cui i personaggi sono in locandine ispirate a quelle di “50 Sfumature di grigio”, idea che fu utilizzata anche da Sydney Sibilia per “Smetto quando voglio” con le locandine di “Nynphomaniac”.

Un plauso va sicuramente, a mio parere, alla recitazione di Luca Argentero, che si cala perfettamente nel ruolo, ed a tratti diventa irriconoscibile, dunque ha dato prova a pieno delle proprie abilità. Claudio Amendola, dopo tanto tempo confinato nei “Cesaroni”, finalmente si riscatta e dimostra le sue grandi capacità da vero attore. Stefano Fresi non si discosta troppo dai toni di “Smetto quando voglio”, così come anche Edoardo Leo. Sufficientemente incisiva la performance di Anna Foglietta.

Nel film incontriamo un razzista di estrema destra, un personaggio di estrema sinistra, un tipo alquanto ansioso, un perfezionista ed una donna incinta, affiancati da un camorrista in cerca di redenzione. Cosa vogliamo di più? Nonostante ciò il film pecca per la patina di buonismo che permane per tutto il corso della proiezione, che quasi lo rende banale, dai tratti favolistici, ma resta comunque un buon prodotto, verosimile, ma non realistico, troppe le macchiette, troppi gli stereotipi ed un approfondimento psicologico dei personaggi minimo.

Invece la sensazione che ci accompagna per tutta la durate del film è “Come faranno a risolvere la situazione?”, ed invece il finale ci lascia (non solo con delle bellissime inquadrature), ma anche dubbiosi, curiosi, con quel gusto dolce amaro che solo un prodotto di qualità sa lasciare nel suo spettatore.

Attualmente il film sta riscuotendo grande successo nelle sale italiane, consiglio a tutti di prenderne visione, e mi farebbe piacere leggere qua sotto i vostri commenti e pareri sulla pellicola. 

 

Rateo:

22 Jump Street

Visto direttamente nelle sale inglesi, come altri due film che recensirò prossimamente, mi ha sicuramente divertito anche se si poteva fare di meglio.

I due colleghi Schmidt e Jenko vengono mandati nuovamente sottocopertura, ma al college, per fermare il traffico di una nuova droga, che ha portato alla morte di una studentessa.

Alla regia abbiamo il duo Lord-Miller già alla direzione del precedente capitolo “21 Jump Street”, noti soprattutto per il loro passato di direttori di “Piovono polpette” e più recentemente di “The Lego Movie” (che devo ancora vedere).

La trama è un misto di trito e ritrito, situazioni già viste nel precedente film, richiami ad altre pellicole, dunque sotto quest’aspetto non brilla.

Tuttavia ciò accade perché la trama ha solo la funzione di scheletro per creare situazioni e gag divertentissime, non mi ha affatto annoiato, anzi mi sono divertito molto, strappa tante risate, ci sono scene davvero esilaranti.

Tutto ciò è reso possibile grazie ad una splendida interpretazione dei due attori principali ovvero del duo Channing Tatum- Jonah Hill, che rendono il divertimento di questo film possibile, ovviamente come ho premesso,  il film l’ho visionato in originale, quindi non so qual è l’effetto che ha in italiano, poiché molte commedie una volta doppiate perdono molto.

Oltre alla comicità, altri due punti a favore di questo film sono sicuramente il montaggio, come ad esempio quando i due protagonisti vengono rapiti e li vediamo vagare nei loro mondi immaginari, ma anche la messa in mostra al termine della pellicola di tutti i “futuri” film del duo, grazie a delle locandine in cui li vediamo in diverse divertentissime situazioni, con citazioni ai grandi capolavori del cinema.

Sicuramente non annoia, se volete andarvi a vedere un film leggero e divertente ve lo consiglio, sicuramente un aspetto che non mi è piaciuto è la superficialità nella trama, avrebbero potuto tentare di raggiungere lo stesso divertente risultato, ma con una trama senza troppi buchi e senza troppe ripetizioni, cercando di emulare il successo del primo film, in cui certe situazioni erano la “novità”, ma che in questo film cadono nel banale e nel ripetitivo.

Rateo: 

The Factory è un film che è stato distribuito in Italia da Sky nel 2013, e che solo da poco io ho visionato e sono qui pronto a recensirlo.

Uno spietato serial killer, dedito all’uccisione e rapimento di prostitute, fa salire, come di routine, una ragazza sulla propria auto, scambiandola per una qualsiasi battona. Quest’ultima, però, è figlia del detective Fletcher, oramai da tempo sulle tracce dell’uomo, che dunque non baderà a nessuna formalità giudiziaria pur di salvare sua figlia.

Morgan O’Neill è il regista australiano che dirige la pellicola, e questo film rappresenta la sua seconda opera, mentre nel cast troviamo i ben più conosciuti John Cusack, in una recitazione piuttosto monotona, Jennifer Carpenter direttamente da Dexter, ed infine sorpresa del cast, per l’ottima interpretazione, Dallas Roberts, nel ruolo dell’antagonista, che molti avranno già incontrato nella parte di “Milton” in The Walking Dead, davvero poco riconoscibile.

La fotografia fin da subito lascia vagamente a desiderare, ci sono però ottimi contrasti, per mettere in evidenza il calore della famiglia e della propria casa e la freddezza dell’abitazione del serial killer.

Il film ha una trama che io ho trovato molto originale,  non annoia, e tiene lo spettatore sul filo del rasoio; molte atmosfere le abbiamo già affrontate in film del passato, ci sono sicuramente dei richiami ai grandi Thriller del cinema, ma quale film non ci ricorda le atmosfere di altri già visti in precedenza? In particolare quando si tratta di un Thriller?

Le situazioni create dalla pellicola sono di pura angoscia ed ansia, due elementi di cui la pellicola non è priva, mentre sul piano dei personaggi, le donne rinchiuse le ho trovate molto interessanti psicologicamente parlando, così come l’antagonista.

Un po’ di amaro viene lasciato allo spettatore dal finale, che questa volta non fa vincere i “buoni”, ma trova una perfetta via di mezzo, dunque la Giustizia, come si vede nella pellicola, non è sempre sovrana.

Per concludere: il film è intrigante, un buon Thriller, una sceneggiatura originale, così come dunque la trama, con un finale davvero sorprendente, anche se minimamente prevedibile, e tra l’altro ricorda molto il recente caso del mostro di Cleveland.

Se avete la possibilità di vederlo, non perdetevelo, proprio perché a me è piaciuto molto;

Il film vi da la possibilità di rimanere incollati allo schermo, senza annoiarvi, e finale e trama sono molto originali, come ho già detto. Dunque se siete abbonati Sky e non l’avete ancora visto, fate un salto su On Demand o sulla programmazione. Siete ancora in tempo.

Rateo:

“Gangs of New York”, un capolavoro di Scorsese, che ho guardato subito dopo “Detention”, fortunatamente mi ha risollevato il morale, abbattuto dal lavoro di Kahn.

Nel 1846 il quartiere newyorkese dei Five Point è teatro di aspri scontri tra gang rivali, Amsterdam Vallon è il giovane figlio del capo di una di queste fazioni, ovvero quella dei “Conigli Morti”, che si scontra per il dominio sulla zona con la gang dei “Nativi”, capitanati da “Bill il Macellaio”. Quest’ultimo riesce ad uccidere il leader dei Conigli Morti, e per rispetto nei suoi confronti, non uccide il figlio, ma lo invia al riformatorio. Raggiunta la maggiore età, Amsterdam, libero per le strade dei Five Point, ha un’unica missione: vendicare suo padre.

Regista di questa pellicola è Martin Scorsese, che non ha bisogno di presentazioni, affiancato, per quanto riguarda Montaggio-Fotografia-Musiche-Scenografia, da tutto il suo entourage da Oscar, che lo accompagna in tutti i suoi lavori.

Nel cast abbiamo Leonardo Di Caprio, in, forse, una delle sue migliori interpretazioni, la bellissima Cameron Diaz, e con una recitazione incisiva ed impressionante il premio Oscar Daniel Day-Lewis.

Con questo film Scorsese ci vuole raccontare una storia, ed un periodo storico ben preciso, anche se la trama non è molto originale. Il punto forte del film è il “come” ci viene raccontata questa storia e questo periodo storico, dunque la qualità.

La pellicola catapulta lo spettatore in tunnel scavati nella roccia, non si sa cosa ci si puo’ aspettare. Poi c’è un bellissimo passaggio dall’interno all’esterno con un contrasto della fotografia forte ed evidente tra cupo e chiaro, ed anche reso con una variazione di musiche, all’interno “Brooklyn Heights” con il suo ritmo veloce ed incalzante, una volta all’esterno tale musica termina ed il silenzio è sovrano.

La prima cosa che salta subito all’occhio è la bellezza dei costumi, curati nei minimi particolari, ma anche la bellezza della scenografia e dell’intero set che da subito ho ipotizzato fosse Cinecittà, poi ne ho trovato conferma. Molto meglio i set veri e propri che le ricostruzioni in computer grafica.

Il primo grande scontro all’inizio del film tra “Conigli Morti” e “Nativi” rappresenta, secondo me, una delle migliori scene della pellicola, c’è infatti un ottimo montaggio armonizzato perfettamente con la musica, e il post-scontro Scorsese ce lo mostra tramite una visione dall’alto, in cui il regista dipinge un quadro bellissimo, vediamo infatti persone che vanno e vengono, donne che piangono i loro defunti mariti, il tutto su di un candido manto di neve.

La scenografia è il punto forte del film, così come ho detto prima, anche il Montaggio e la Fotografia. Non a caso alla sceneggiatura abbiamo i due italiani, i due coniugi, ed i due Premi Oscar, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, che ci regalano meravigliosi quadretti, così come ad esempio la scena del combattimento con il ring sulla nave.

Un ottimo lavoro è stato fatto anche per le Musiche, la colonna sonora è degli U2, ma a dirigere questo aspetto del film è Howard Shore. Dopo aver visto questo film, ma anche mentre lo vedevo, ho iniziato ad avere una “fissazione” poiché ero sicuro di ascoltare in alcune scene la musica in sottofondo di quando Frodo è tentato dall’anello, o di quando addirittura lo indossa, e questa cosa mi ha fatto “scervellare” per diversi giorni; così ho deciso di ascoltarmi tutte le tracce del film di Scorsese, ma senza ottenere risultati. Solo grazie a Google ho trovato che qualcuno aveva fatto la mia stessa osservazione su di un forum. Ora, chiunque è un appassionato della Trilogia dell’Anello conosce perfettamente Howard Shore, io non lo conoscevo, e solo grazie a queste ricerche ho scoperto che si è occupato delle Musiche dei film di Jackson e di “Gangs of New York” è chiaro che dunque avrà potuto usare un tema simile a quello della Compagnia dell’anello in questo film. E voi ve n’eravate accorti?

Il film è un gran bel lavoro, la semplicità della trama, con il tema della crisi interiore e della “Revenge” tipica delle tragedie di Seneca, è compensata da un ottimo cast, e da tutti gli altri aspetti che ho elogiato prima. Sicuramente un film che consiglio, un film da vedere, con una scena finale che ricostruisce sul quartiere dei Five Point la New York moderna, con le Twin Towers, e che ci fa comprendere che molto spesso ci dimentichiamo di tutti gli eroi del passato, di quanti sono morti per farci vivere nel nostro presente, e questo film mira a riaccendere questa memoria.

Ma soprattutto come ci si fa a perdere un film in cui ci sono scene in cui la coppia Di Caprio-Diaz è molto affiatata?

Rateo:

“Detention  – Terrore al liceo” mi appare questo titolo, piuttosto intrigante, su Sky, leggo la trama, si parla di un film con “molte citazioni”, mi incuriosisce, e così nostalgico della saga di “Scream” decido di vederlo. Una sola domanda: Perché? Quale divinità ho disonorato a tal punto da meritarmi questa punizione? Non lo scoprirò mai.

Bella sfida descriverne la trama, e secondo me nessuno lo ha visto, poco pubblicizzato in Italia, da rifilare direttamente a Yotobi, non a caso penso che questa recensione la leggerò soltanto io.

Un nuovo killer si aggira al liceo: Cinderhella, quattro amici tenteranno di fermarlo.

Regista di questo capolavoro è Joseph Kahn, noto soprattutto come direttore di video musicali di tutte le più grandi star mondiali, da Eminem ai Maroon Five e da Katy Perry a Lady Gaga. La domanda è sempre la stessa: Perché?

Quando ne ho cominciato la visione, Sky lo spacciava per film Horror, quindi tutto mi aspettavo nelle prime scene tranne quello che ho visto … solo dopo ho capito di essere finito in trappola. Il film parte in un ritmo e con uno stile che a me ha ricordato molto un mix tra “Easy Girl” e “Scott Pilgrim”, così anche l’atmosfera, che viene però rovinata da una brutale uccisione, in una cameretta tutta unicorni e caramelle, con sangue che spruzza in maniera comica da tutte le parti. E già nelle prime scene la pellicola non si risparmia di fare pubblicità alla Converse (elemento oramai abbastanza costante, vedi “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini).

Il film è di genere Parody-Horror-Teen­-Comedy, con un montaggio e ritmi molto simili a “Ned scuola di sopravvivenza”, e funziona molto più come commedia che come Horror, infatti strappa tranquillamente qualche risata.

Le  pellicole citate (alcune più, altre meno) per tutta la durata del film sono: Scream, Saw, Iron Man, Matrix, La Mosca, Ritorno al futuro, Dirty Dancing ed infine Quel pazzo Venerdì.

Questo film non ha senso. Non è coerente. Gran parte delle scene sembrano buttate lì a caso, provoca solo un gran mal di testa. E’ una pellicola da vedere assuefatti da sostanze stupefacenti, proprio perché penso che queste siano la sua matrice d’origine. Sembra che il regista l’abbia diretto solo per se stesso, è indescrivibile ciò a cui ho assistito, e prego che nessun’altra anima debba sorbirsi questa punizione.

Nel cast abbiamo Josh Hutcherson e mi chiedo ancora come faccia a mettere piede su di un set, dopo aver preso parte a questo film. E’ uno scandalo.

Per concludere: il film è allucinante, confusionario, a tratti noioso proprio perché esagerato, è un calderone di roba, sembra che le scene siano state estirpate da film diversi, girate nuovamente, ma male, e messe lì per comporre un’unica pellicola, sembra quasi che il regista abbia voluto appagare il proprio ego, dirigendo un film che secondo lui avrebbe dovuto far ridere … ma anche no!

Se ve lo trovate davanti, scappate, chiudetevi in camera, non permettete ad altri di entrare, altro che sette giorni, in poche ore il film vi fa fuori tutta la materia grigia, e se qualche altra povera anima lo ha visto per favore si sfoghi qua sotto, così non mi sentirò solo. Grazie.

Inoltre lancio una sfida a tutti i blogger di nicchia che hanno letto e stanno leggendo questa recensione: vi sfido a vederlo e a recensirlo, buona fortuna.

Rateo: