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The Factory è un film che è stato distribuito in Italia da Sky nel 2013, e che solo da poco io ho visionato e sono qui pronto a recensirlo.

Uno spietato serial killer, dedito all’uccisione e rapimento di prostitute, fa salire, come di routine, una ragazza sulla propria auto, scambiandola per una qualsiasi battona. Quest’ultima, però, è figlia del detective Fletcher, oramai da tempo sulle tracce dell’uomo, che dunque non baderà a nessuna formalità giudiziaria pur di salvare sua figlia.

Morgan O’Neill è il regista australiano che dirige la pellicola, e questo film rappresenta la sua seconda opera, mentre nel cast troviamo i ben più conosciuti John Cusack, in una recitazione piuttosto monotona, Jennifer Carpenter direttamente da Dexter, ed infine sorpresa del cast, per l’ottima interpretazione, Dallas Roberts, nel ruolo dell’antagonista, che molti avranno già incontrato nella parte di “Milton” in The Walking Dead, davvero poco riconoscibile.

La fotografia fin da subito lascia vagamente a desiderare, ci sono però ottimi contrasti, per mettere in evidenza il calore della famiglia e della propria casa e la freddezza dell’abitazione del serial killer.

Il film ha una trama che io ho trovato molto originale,  non annoia, e tiene lo spettatore sul filo del rasoio; molte atmosfere le abbiamo già affrontate in film del passato, ci sono sicuramente dei richiami ai grandi Thriller del cinema, ma quale film non ci ricorda le atmosfere di altri già visti in precedenza? In particolare quando si tratta di un Thriller?

Le situazioni create dalla pellicola sono di pura angoscia ed ansia, due elementi di cui la pellicola non è priva, mentre sul piano dei personaggi, le donne rinchiuse le ho trovate molto interessanti psicologicamente parlando, così come l’antagonista.

Un po’ di amaro viene lasciato allo spettatore dal finale, che questa volta non fa vincere i “buoni”, ma trova una perfetta via di mezzo, dunque la Giustizia, come si vede nella pellicola, non è sempre sovrana.

Per concludere: il film è intrigante, un buon Thriller, una sceneggiatura originale, così come dunque la trama, con un finale davvero sorprendente, anche se minimamente prevedibile, e tra l’altro ricorda molto il recente caso del mostro di Cleveland.

Se avete la possibilità di vederlo, non perdetevelo, proprio perché a me è piaciuto molto;

Il film vi da la possibilità di rimanere incollati allo schermo, senza annoiarvi, e finale e trama sono molto originali, come ho già detto. Dunque se siete abbonati Sky e non l’avete ancora visto, fate un salto su On Demand o sulla programmazione. Siete ancora in tempo.

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Dopo un lungo periodo di assenza, dovuto ad ultime verifiche scolastiche, impegni vari ed una nuova dipendenza chiamata The Walking Dead, che mi ha logorato tanto da costringermi a guardare tre stagioni tutte d’un fiato, sono tornato. Il film, guardato in originale (grazie Sky), è uno spin-off  della serie di X-Men che mi sta tanto a cuore. Purtroppo non mi ha soddisfatto …

Nel 1945 a Nagasaki, Wolverine salva un soldato,Yashida. Ai giorni nostri il supereroe vive tra i boschi, lontano da tutto e tutti, ma una mutante lo raggiunge poichè Yashida, prima di morire, vuole rivolgergli un ultimo saluto e fargli una proposta allettante: trasferire le sue abilità nel suo corpo morente.

James Mangold è per la sua prima volta regista di un film di supereroi, anche se noi già lo abbiamo incontrato  alla direzione di “Innocenti bugie” ed il remake di “Quel treno per Yuma”. Mentre la sceneggiatura è stata scritta a sei mani dal Premio Oscar Christopher McQuarrie già sceneggiatore di X-Men e di altri noti film come “The Tourist”, da Mark Bomback sceneggiatore di “Die Hard”, ed infine da Scott Frank.

La nota dolente di questo film è proprio la trama. Il film di per sé è ottimo, ma è la storia che non regge. Si è voluto affrontare maggiormente il dissidio interiore di Wolverine, ma per fare ciò è venuto a mancare qualcosa. Tralasciando l’amore improvviso del protagonista per Mariko che affiora in un paio d’ore, l’aspetto meno convincente è proprio quello “Villain”, Viper (aspetta, ma cosa ci fa la peggior nemica di Capitan America in questo film?) non è abbastanza interessante, non è approfondita come personaggio e non convince, infatti in uno scontro diretto con Wolverine non durerebbe che pochi minuti, e non a caso nella scena finale lotta con la giovane Mariko e con la mutante Yukio, nemmeno l’altro “Villain” ovvero il vecchio Yashida nell’armatura robotica d’adamantio è convincente, non è affatto interessante, e l’ho trovato alquanto banale lo scontro uomo contro macchina, mutante contro robot…  Alla trama mancava quel “quid”, quel qualcosa, la cui assenza alla fine della visione ti confonde, perché non sai se il film ti è piaciuto o meno. La trama alla fin fine è costituita da una serie di inseguimenti, lotte con Wolverine che non si rigenera più velocemente, per poi concludere in uno scontro contro “Villain” banali, tutto ciò rende la pellicola deludente.

La fotografia è ottima, così come le ambientazioni ed i paesaggi suggestivi, potevano risparmiarsi l’orso fatto in computer grafica, anche se era ai fini della metafora, una delle cose che ho apprezzato di questo film. L’orso mostrato all’inizio rappresenta Wolverine, la freccia avvelenata indica il parassita legato al suo cuore, il suo strappare la freccia rappresenta il suo strapparsi il parassita dal cuore. La scena che  ho apprezzato di più è quella dopo i titoli di coda con Magneto ed il Dott. Xavier. 

Il personaggio che ho trovato più interessante (anche se assente nel fumetto) è Yukio, che per certi versi mi ha ricordato Hit-Girl di Kick Ass. La recitazione di Hugh Jackman è sempre fenomenale, caratterizzata da un forte controllo della voce, curata nei minimi particolari ed adattata ad ogni tipo di situazione.

Ottimi gli attori, ottima la fotografia, ottime le ambientazioni, ottimo lo spirito di X-Men che si avverte, ottime le scene action (eccetto per il combattimento sul treno, poco credibile, che potevano evitare), ottima l’attenzione rivolta alla problematica “immortalità”, ma nonostante tutto ciò, a causa di una trama inconcludente, banale, ripetitiva il film viene rovinato, così come le aspettative dei fan.

Per fare il punto della situazione, possiamo dire che se siete degli appassionati di X-Men e della figura di Wolverine il film ve lo godrete ugualmente, ne apprezzerete ogni singolo fotogramma poiché vi ricorderà molto il mondo X-Men, ma se non siete così appassionati vi godrete un film discreto, ottimo in generale, ma inconcludente nel particolare, forse se avessero cambiato l’intera dinamica del finale, allora la situazione sarebbe stata migliore, ma questo cambiamento non c’è stato…  

Il fatto che la sceneggiatura originale scritta da McQuarrie sia stata modificata da Bomback, per incentrare tutto sul dissidio interiore di Wolverine mi lascia da pensare … l’assenza di queste modifiche avrebbe cambiato radicalmente il film?

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